HENRY DUNANT

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Dunant, nacque a Ginevra l'8 maggio 1828; educato ai valori dell'aiuto nel sociale: il padre era attivo nell'aiuto agli orfani, mentre la madre lavorava con i malati e i poveri. La madre, Nancy, portava con sé il figlio Henry, che imparò l'amore per il prossimo ed il dono di sé, valori che terrà a mente per tutta la sua vita e nelle sue innumerevoli opere umanitarie.

Dunant tentò di costruire una società per azioni che potesse contenere l'impresa originaria assorbendone i debiti e colse nel 1858 la possibilità di cambiare cittadinanza, da Svizzera a Francese, decise quindi di rivolgersi a Parigi direttamente a Napoleone III per sollecitare le concessioni di cui la sua società aveva bisogno per sopravvivere. L'imperatore, impegnato nella Seconda guerra d'indipendenza, era partito per l'Italia, dove Dunant cominciò a inseguirlo tra le battaglie che si svolgevano nella pianura padana. Giunto a Cavriana, presentandosi come un imprenditore al quartier generale di Napoleone III, il 28 giugno 1859; presentò al segretario dell'imperatore, Charles Robert, il suo recente scritto, “L'empire de Charlemagne retabli, ou le Saint-Empire Romain reconstitue, par Napoleon III". Ma la risposta che ricevette fu un rifiuto, perché l'imperatore non poteva accettare la dedica viste le circostanze politiche attuali. Dunant chiese in seguito al segretario che l'imperatore autorizzasse la liberazione dei medici austriaci prigionieri affinché potessero dare il loro contributo per la cura di tutti i feriti. Questa delibera venne presa in effetti il 3 luglio.

Henry trascorse il 1860 e il 1861 chiuso in casa per mesi per scrivere, a Ginevra, il suo capolavoro “Un ricordo di Solferino”, nella quale mostrò le due facce della guerra: quella conosciuta, che occupa la prima parte del libretto; e poi quella sconosciuta, dell'incredibile abbandono dei feriti e dei morenti, con ampio riferimento ai soccorsi prestati dalle donne di Castiglione delle Stiviere ai soldati che in tale paese erano stati portati per poter essere curati, principalmente nella chiesa maggiore.

Tra coloro che rimasero colpiti dalla lettura del Souvenir vi fu un giovane avvocato, Gustave Moynier, che divenne l'artefice delle maggiori realizzazioni della futura Croce Rossa, fondata il 15 Giugno 1864. Tra le prime decisioni fu particolarmente importante quella di adottare un segno distintivo che avrebbe designato le organizzazioni volontarie di soccorso. Nacque così la proposta del medico Louis Appia: croce rossa su fondo bianco, in onore della bandiera svizzera.

Alla consegna del Premio Nobel per la pace nel 1901, diede in beneficenza quasi l'intero premio. Morì nel 1910 e venne sepolto nel cimitero di Sihlfeld a Zurigo.